Sunday, August 10, 2008

The Gift/Il regalo

Why am I spending my first and only day in Milano finding a place called Piazza Roberto Wagner? It is certainly not on any list of tourist destinations, and yet it is the first place that I head to after arriving by train in the Centrale Station. I am going there because I have a very specific goal, a mission that I must accomplish, and only this one day to do it in. I don't know how long it will take, and so I want to start early and give myself time. I have a map I have printed from my computer showing the area of the city where Piazza Wagner lies. But I am lacking in visual clues or any knowledge of the city, and sometimes I find myself standing on a corner, turning the paper around and around, attempting to match the pattern of streets with the scene before me.

I like the look of Milan, although the streets are a maze. It is a more modern city than most others in Italy, with newer buildings and wider streets. My meandering path from the train station takes me past some much more famous tourist destinations. I recognize the opera house, Teatro alla Scala, and I take a moment to read of the upcoming events. From here I can walk through the famous shopping gallery, Galleria Vittorio Emanuele II, with its truly beautiful vaulted ceiling of iron and glass. There is a very fashionable looking Italian gentleman in front of me; he is talking on his cell phone and leaning on an umbrella; unknown to him he becomes the foreground in one of my photographs. Through the other side of this shopping tunnel I am in Piazza del Duomo, the touristic heart of the city. I need a moment again with my map and so I sit on a bench surrounding the statue of Victor Emanuele II. Pigeons follow photographers through the piazza. They are well trained; they know they will receive food for posing on nervous tourists arms and shoulders. Soon I set out again for Piazza Wagner; I think I still have far to go. It will satisfy friends that I have at least seen some of these famous locations. But to be honest, I preferred Corso Magenta, where I took a photograph of an orange tram that was moving slowly past a yellow building, while a woman on a pink scooter rode in the opposite direction.

I get lost a few times, and see the same street corners more than once. I have been given clues to look for in Piazza Wagner, and finally I find all the correct elements. There is the church in the center, and directly to the right of it there is an apartment building of five stories, with beautiful stone ballustraded balconies. To the left of the church there is an open air market, vendors sell the usual cheeses and salamis, as well as shoes and plants.

I take photographs from every imaginable angle. These photographs are the only thing I can bring back with me from Piazza Wagner, and they are the important thing, the reason I am there. When I return home I will show these pictures to Maria, my Italian teacher. She will finally be able to see again the building where she lived when she was a young girl, sixty years ago. She will point out the balcony where she took her breakfasts, looking out over the market where she knew all the vendors names. Maybe she'll hear the church bells ringing again.

I feel content to have found the Piazza, and to bring Maria's childhood back to her. I have a little sense, through Maria's stories, of what it was like to grow up in Milano, and those are the thoughts I had as I walked through the city and the souvenirs that I will take back with me. I take a last look at the Piazza Wagner, and then I find the Metro back to the center of the city. I have a ticket in my pocket to see Leonardo Da Vinci's Last Supper in the refectory at Santa Maria delle Grazie. I am, after all, a tourist in one of the lovliest cities in Italy.

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Perché ho passato il mio primo ed unico giorno a Milano cercando un posto che si chiama Piazza Riccardo Wagner? Non è una piazza famosa, non è in nessuna guida, ma è stato il primo posto dove sono andata dopo essere arrivata alla Stazione Centrale. Avevo una ragione molto speciale per andare la, avevo una missione da compiere ed avevo solo un giorno per farlo. Non sapevo quanto tempo mi sarebbe servito, e quindi ho voluto iniziare subito, senza perdere tempo. Mi ero stampata una mappa a casa, con il computer. La parte di Milano dove si trovava Piazza Wagner. Non conoscevo la città. A volte mi fermavo agli angoli delle strade e cominciavo a ruotare la mia mappa per farla coincidere con le strade che leggevo sui muri, cercando di orientarmi. Anche se mi sembrava un labirinto, mi è piaciuta Milano.

Una città moderna, più della maggior parte di quelle che ho visitato. Ha edifici giovani e strade larghe. Il mio percorso sinuoso, mi ha fatto arrivare vicino ad alcune famose destinazioni. Ho riconosciuto il Teatro alla Scala, dove mi sono fermata un momento a leggere la sua meravigliosa programazione teatrale per le prossime settimane. Da li ho camminato sotto la Galleria Vittorio Emanuele II, con il suo bellissimo soffitto in vetro ed acciaio. C’era un uomo davanti a me. Vestiva alla moda, portava un ombrello e parlava con il telefonino. Sicuramente era italiano. Senza conoscerlo è diventato il soggetto in primo piano della mia fotografia. Sbucata dall’alro lato della galleria mi sono trovata in Piazza del Duomo, il cuore della città. Mi sono fermata un attimo a riposare e controllare la mia mappa su di una panchina proprio sotto la statua di Vittorio Emanuele II. Decine di piccioni seguivano i fotografi tutto intorno alla piazza. Sembrava sapessero che molto presto avrebbero mangiato becchime dalle mani dei turisti in posa. I miei amici saranno contenti che ho visto molti posti famosi. Ma se devo essere sincera, ho apprezzato di più la mia passeggiata sul Corso Magenta, dove ho scattato una bella fotografia ad un tram arancione davanti ad un edificio giallo mentre una donna su uno scooter rosso sfrecciava nella direzione opposta.

Mi sono persa diverse volte ed ho visto alcuni incroci più di una volta, ma alla fine sono arrivata in Piazza Wagner. Tutto era li come mi era stato descritto. La chiesa nel centro, il palazzo giallo all sua destra e la piazza del mercato alla sinistra. L’ho attravesato tutto, c’era dal venditore di formaggio a quello dei salami, dalle scarpe alle piante. Ho fatto fotografie di ogni angolo. Sono state le uniche cose che ho preso, tante fotografie, ma era anche la ragione del perché ero lì. Quando sarò tornata a casa le darò alla mia insegnate di italiano, Maria. Potrà così vedere il palazzo dove abitava quando era una ragazzina, sessanta anni fa. Mi mostrerà il balcone dove faceva colazione, e mi dirà i nomi delle persone che le vendevano merce al mercato.

Sono stata contenta di aver trovato la piazza, e che ho potuto riportare alla memoria di Maria la sua infanzia, anche se dai racconti che lei mi aveva gia fatto, sembrava quasi che lei mi avesse portato un po nella sua infanzia. Ho dato un’ultima occhiata a Piazza Wagner, poi ho preso il metrò per il centro. Avevo prenotato un biglietto per il pomeriggio per vedere L’ultima Cena di Leonardo nella Chiesa di SantaMaria delle Grazie. Alla fine, ero comunque una turista americana
in una delle città più grandi del mondo.

fine

Written in November 2007.


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