Wednesday, July 23, 2008

Looking For Love in Verona/Cercando l'amore a Verona

Once upon a time, many years ago, a young man and a young woman lived in Verona, Italy. His name was Romeo and hers was Juliet. They were in love, and although we all know the tragic ending to their love story they will forever remain a symbol of the power of love, and perhaps that is why every day so many tourists crowd into a small piazza in Verona just to gaze up at Juliet’s balcony.

On a warm autumn afternoon I joined those crowds of people who were looking for love in Verona. From the main street I turned into a narrow passageway, an arched tunnel approximately the size of a city bus and as crowded as one during rush hour. The straight and short tunnel opens into a relatively small square piazza. There are solid stone walls on all sides that rise up two stories high. For decades, maybe centuries, ivy has been growing and attaching itself to the ancient grey stones. The famous balcony is to the right. Like the building it is made of stone and at this moment there were two young girls leaning over the railing and waving to a family member below who was taking a photograph of them. When they were finished another tourist took their place and had his photograph taken. There was a never-ending line of people waiting to have their moment on the balcony. Maybe I was a little disappointed, maybe it was just too crowed; I don’t know what I had expected to find there, a feeling of romance or mystery perhaps, but I didn’t, and so I turned and began to walk back through the tunnel.

And then, in the tunnel, because I was not looking for it, that’s when I saw it. I stopped in the center of the tunnel and I made my way over to the side wall. I forgot about the river of people moving behind me. All became silent, time slowed down. I became totally mesmerized by this wall. The wall, in fact, both side walls, were completely covered with paint, chalk, and markers of every color. There were post-it notes and pieces of paper, some held in place with chewing gum. They were even band-aids attached to the wall. And each and every one of these notices was a declaration of love. So many people! Countless hearts, untold names, innumerable lovers. Each one with a story to tell, each with their own dreams and hopes. And the effect of the whole was even much greater than any one individual heart or story. The wall, with its layers of overlapping words and intertwining hearts was literally overflowing with love.

I can only imagine why each of these people felt compelled to add to the wall. Was it to announce to the world that they had found love? To express a hope that their love will last forever? To remember a lost love? The reasons were not important. What was important, to me, was this beautiful proof that so much love exists in the world and that it is here, all around us, waiting to be discovered in some very unlikely places.


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C’era una volta tanti anni fa nella citta di Verona, un’uomo e una donna che erano giovani ed innamorati. Il loro nome era Romeo e Giulietta, e sebbene tutti sanno la conclusione tragica della loro storia, saranno per sempre un simbolo della potenza dell’amore, perchè ogni giorno migliaia di turisti si affollano nel piccolissimo cortile a Verona solo per fissure il balcone dove sbocciò il loro Amore.

In un caldo pomeriggio d'autunno passeggiavo con degli altri turisti che stavano cercando l’amore a Verona. Della strada principale ho girato a sinistra entrando in un corridoio stretto, una galleria formata da un arco. Era all’incirca della dimensione di un autobus ed era pieno come nelle ore di punta. Il corridoio era corto e diritto e si apriva su un cortile nascosto. Muri di pietra coperti d’edera, alti tre piani, lo circondavano. E’ da decenni, forse secoli, che l’edera cresce li. Il balcone famoso era alla mia destra e in quel momento c’erano due ragazze giovani che erano appoggiate sulla balaustra agitando le loro mani a qualcuno di sotto che stava facendo una foto. Quando ebbero finito, un’altra turista andò nello stesso posto per essere fotografata e dietro lei c’era un lunga fila di gente che aspettava i loro momento per salire sul balcone. Io ero tra loro. Io non sò il perchè ma ero un po delusa. Non ero sicura che cosa avrei provato una volta li, un sentimento di romanzo forse, ma in quel momento io non sentivo niente. Forse era troppo affollato. Non so il perchè, ma ho deciso di andarmene.

E’ poi, quando ero ancora nel corridoio, e non stavo cercando niente, l’ho visto. Mi sono fermata e facendomi largo a fatica tra la folla, sono arrivata a vedere il muro laterale. All’instante ho dimenticato tutto che mi circondava. Ho dimenticato il fiume di gente dietro di me e tutto e’ diventato silenzioso. Il muro, o meglio tutte e due i muri, erano coperti completamente da vernice, gessetti e inchiostro di tutte i colori. C’erano tante scritte sul muro ma anche cerotti e piccoli pezzi di carta attaccati con gomma da masticare. Ho visto che ognuno di questi era una dichiarazione d’amore. Moltissimi cuori e innumerevoli nomi di innamorati ed ognuno con il proprio sogno e desiderio. L'effetto dell'insieme era più grande di ogni singola parte individuale. Il muro, con strati di parole e cuori sovrapposti ed intrecciati era traboccante d’amore.

Posso solo immaginare la ragione perchè ogni persona ha sentito l'impulso per aggiungere lì il suo messaggio. Forse era per mostrare a tutto mondo che aveva trovato l’amore, forse per esprimere la sua speranza per l’amore eterno, forse per ricordare un’innamorato perso. Comunque, la ragione non era importante. Li, su quel muro a Verona, ho trovato l’amore. La cosa più importante per me era di aver trovato la prova che l’amore esiste, che e’ qui tutt’intorno a noi aspettendo di essere scoperto, nei posti più improbabili e spesso quando non lo stiamo cercando.

fine

Written in February 2007. The photograph is of the wall inside the tunnel entrance to Juliet's balcony.


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