Tuesday, July 29, 2008

The Picnic Guest/L'ospite alla scampagnata

The donkey knew that he was almost home. He followed his herder on a dirt path over the last hill. In front of him was the last wide meadow, and then the familiar stone walls of his barn. But what was this? In the normally empty meadow there were now two people. He was so excited for this change in his routine, and for these new faces, that he couldn't help himself, and so he left his master, and the dirt path, and he ran over to the people to say hello.

I happen to know that this story is true, because I was one of the two people in the meadow that day. The donkey had interrupted what had been a day of perfect solitude and tranquility. Giuseppe and I had hiked up to that meadow, which is called Alpe Campra, to enjoy some exercise, the views, and a picnic lunch. And then, along came the donkey.

Alpe Campra is in the very northern part of Piemonte, very close to the Swiss border. In the valley below, Valle Vigezzo, there are several charming towns like Santa Maria Maggiore, Re, Ciomo, and Druogno. It was from the last, Druogno, that we began our climb up the mountain. The path is well marked and clear, but the incline is steep. It winds up the mountain in a series of thousands of stone steps. They are here not for lazy travelers like myself; they have been here for hundreds of years, so that the cows and sheep could make the journey up to the meadow in the springtime, and back down again in fall when the weather becomes too cold and the grass and flowers are gone. The steps are too big for a human anyway; I need to take two or three strides on each before I reach the next, and the step up is sometimes very high. Maybe it's not as difficult as walking straight up, but it is still quite a tiring endeavor.

The donkey could smell food as he drew closer to the picnickers. This was even more exciting to him, and he ran faster. The two people were sitting on the ground, near a bench that had been built out of stone and logs. One of the people leaped up quickly and jumped behind the bench when he approached. But this didn't stop him. He was friendly, he wanted to play, and he wanted their food.

It was I who jumped behind the bench when I saw the donkey galloping closer. The day had been so perfect. The sky was a brilliant and cloudless blue that I don't think I have ever seen, either before or after. The air was fresh and warm. Our picnic lunch consisted of some meats and cheeses that we had bought in Druogno. For water, we had a trough nearby, a fountain made to supply pure freezing mountain water for both humans and donkeys. We had taken a break from our meal, and we were leaning against the bench, to feel the warmth of the sun on our faces, and to gaze at the incredible scenery and the incredible sky. And then, the donkey decided to join us.

Like a very large puppy dog he came directly to us without fear. He nuzzled our faces, he hovered and paced and practically begged us to share our bread with him. But, we, not wanting to encourage him, nor to ruin his diet, kept our food well hidden, and finally he came to accept that he wouldn't be receiving anything to eat from us. However, he seemed to have no intention of leaving, although his herder and the other donkeys were nowhere to be seen. Eventually we resumed our positions in the sun. The donkey stayed very quiet and munched on some grass in between us. When he occasionally blocked the sun, a little spray of water from our bottles moved him enough so that we were once again in the light. And finally, after some time, maybe hearing something from the barn that only he could hear, he turned and galloped towards his home.

Again we were two, alone in the solitude and tranquility of that alpine meadow. The day had been absolutely perfect. Until the donkey arrived, and then it became even better.

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L'asino sapeva che la sua casa era vicina. Seguiva il pastore sulla pista sterrata sopra l'ultima collina. Davanti a lui vedeva il suo largo prato e, più in la, il granaio di pietra dove dormiva ogni notte. Ma, che cosa era quello che stava vedendo? Nel prato, di solito vuoto, adesso c'erano due persone. L'asino era così eccitato per questo cambiamento nella sua routine e per queste facce nuove, che nulla poté fermarlo. Lasciò il pastore ed il sentiero, e corse in direzione delle persone per salutarle.

Io sono certa che questa storia e' vera, perché ero una delle persone nel prato quel giorno. L’asino aveva interrotto la nostra perfetta giornata di solitudine e di tranquillità'. Il mio amico Giuseppe ed io abbiamo fatto un'escursione a piedi all’ Alpe Campra, per godere un po' di esercizio, una bella vista, e fare una scampagnata. Poi, e' arrivato l'asino.

Alpe Campra e' nella parte più a nord del Piemonte, in Valle Vigezzo, a solo pochi chilometri dalla Svizzera. Nella valle ci sono villaggi incantevoli come Santa Maria Maggiore, Re, Coimo, e Druogno. E’ da quest’ultima che abbiamo cominciato la nostra ascensione. Il sentiero era segnalato chiaramente con segnali verniciati qui e la, sugli alberi, o sulle rocce, ma era ripido, tanti tornanti sulla montagna in una serie di mille scalini di pietra. Gli scalini erano la da secoli, non per i viaggiatori pigri come me, ma per le mucche e le capre che vanno su all’Alpe ogni primavera, e per rendere piu facile il loro ritorno giu ogni autunno quando fa troppo freddo e tutta l'erba e' stata brucata. Davvero gli scalini erano troppo grandi per me. Io facevo due o tre passi su ognuno di essi prima di fare il passo che mi avrebbe portato un poco piu in alto. Forse era un poco più facile di camminare direttamente su un pendio, ma comunque era molto faticoso.

L'asino sentì odore di cibo mentre si avvicinava ai due viaggiatori. Questo lo ha fatto correre più velocemente. Le due persone sedevano sul terreno vicino ad una panchina costruita in legno e pietra. Hanno visto l'asino avanzare verso di loro. Uno delle persone è balzata in piedi ed è saltata sopra la panchina nascondendosi dietro di questa. Questo non ha fatto fermare l'asino. Lui era amichevole, lui voleva giocare con loro, e per lo più, lui voleva il loro cibo.

Sono stata io a saltare dietro la panchina quando ho visto l'asino galoppare vicino. Finora, il giorno era stato perfetto. Il cielo era senza nuvole ed era di un azzurro brillante come non ho mai visto. L'aria era fresca e faceva caldo. Avevamo i nostri panini di salame e formaggio che avevamo comprato nella mattina a Druogno. Per l'acqua c'era un abbeveratoio vicino, una fontana che provvedeva a dare acqua pura della montagna per tutte gli abitanti dell’Alpe, sia persone che animali . Ogni tanto facevamo una pausa durante il nostro semplice pranzo. Ci appoggiavamo contro la panchina per sentire il calore del sole sulle nostre facce e per godere della incredibile vista. Ed adesso, all'improvviso, c'era un asino con noi.

Come un grande cucciolo lui era venuta da noi senza paura. Ha strofinato le nostre facce, ha gironzolato intorno, ha ragliato, ed ha praticamente elemosinato un pezzo del nostro pane. Noi non volevamo incoraggiarlo o rovinare la sua dieta, quindi abbiamo tenuto i nostri cibi ben nascosti. Finalmente l'asino capì che non avrebbe ricevuto niente da noi. Ma non ci lasciava, anche se il pastore e gli altri asini non si vedevano più. Alla fine abbiamo ripreso i nostri posti al sole. L'asino ha cominciato a masticare rumorosamente l'erba. Di tanto in tanto lui ci bloccava i raggi del sole e ci faceva arrivare dei piccoli spruzzi d’acqua . Alla fine, dopo qualche tempo, forse dopo aver sentito qualcosa che soltanto lui poteva sentire, si è girato ed e' corso via.

Eravamo ancora in due, soli nei prati dell’Alpe. Il giorno era stato assolutamente perfetto fino al momento in cui l'asino e' arrivato. Poi, è diventato ancora meglio.

fine

Written in June 2008. The photo is of the water trough at Alpe Campra, and an incredibly turquoise sky.

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