Wednesday, December 3, 2008

Non Ho Avuto il Tempo (I Haven't Had the Time)


Giampiero is an artist. He creates art, such as beautiful, dreamy prints of old postcards superimposed with mysterious messages. He sells art, in Wunder Kammer, his shop on Isola Bella. There, in a 500-year old building that long-ago housed craftsmen and workmen, he sells items that recreate their old techniques. And he organizes art shows. This is what he was working on when I met him. He had transformed an old boathouse into a small gallery showcasing the work of a few specially chosen modern artists. The walls and floor of the boathouse are barren concrete; the ceiling is made of old wooden beams to which a few modern lights have been attached. There is a distinct lack of color. It is as if to be in a black and white photograph. In the center of the floor is one item. It is a ruin of a small wooden rowboat. It rests askew on some giant wooden blocks that serve as a stand for it, but it still gives the impression of having been washed up to that very spot eons ago by a long-receded wave and having remained undisturbed there ever since. Its tones are so close to that of the concrete surrounding it that it seems almost camouflaged. The peripheral walls of the building hold various works between the concrete structural supports. Each piece is unique and thought-provoking, yet it is the total space, viewed as a whole, that is more powerful than any one individual piece.
I have a favorite work. It spoke to me, affected me, and I cannot stop thinking of it. It is a photographic portrait of Giampiero himself, large like the size of a poster. In the black and white photo the artist is seated in a chair with his hands folded in his lap. He gazes directly at the camera, at me, when I viewed the portrait. There are a few words scribbled across the photo, as if he had taken a marker and written them himself. They say, “Non ho Avuto il Tempo;” I haven’t had the time.
The time for what? The mystery makes me crazy. Directly in front of the portrait, maybe four meters away, is a bust of a man on a pedestal. They look at each other, locked in some sort of eternal staring contest. I think the bust-man has asked Giampiero whether or not he has done something, but Giampiero defiantly, yet calmly, tells him he hasn’t had the time.
Non ho avuto il tempo. I think on this often. Do I have the time? Would I like to say that I haven’t had the time? I’d like to say that I haven’t had the time to be angry, to have regrets, to have fear. I don’t want to have the time to dwell on old grudges, to think negative thoughts, or to worry too much about what others may think. These thoughts will keep me just as stuck in one place as that rowboat is, gathering dust, as it does.
But mostly, I don’t want to have to say that I haven’t had the time. Not if it means that I haven’t had the time to do the things that make me happy, or to make someone else happy. Not if it means I’ve been too busy to reach for my dreams, or to learn, to laugh, to take chances, to love, to actually live. Because, in reality, there is so little time. And I don’t intend to waste not even one precious moment of it.
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Giampiero e’ un artista. Lui crea oggetti d’arte, come le sue stampe, belle e surreali come un sogno, che ottiene da vecchie cartoline su cui sovrappone messaggi misteriosi. Lui vende l’arte in una camera delle meraviglie, letteralmente un una Wunder Kammer, che e’ il nome del suo negozio all’Isola Bella. Da li, in un edificio di 500 anni, dove secoli fa veri artigiani vissero e lavorarono, lui vende cose che hanno l’obbiettivo di ricordarli, e di richiamare le loro vecchie tecniche di lavoro. Lui organizza anche mostre d’arte. Questa era la cosa che faceva quando ci siamo conosciuti l’un l’altro. Un riparo per barche abbandonato lo ha trasformato in una piccola galleria per esibire le opere di alcuni artisti moderni. I muri e il pavimento sono di cemento senza vernice, il soffito e’ fatto di travi a vista di vecchio legno su cui alcune luci contemporanee sono state attaccate. C'è’ assenza di colore, e’ come essere dentro una fotografia in bianco e nero. Nel centro dello spazio c'è’ solo una cosa. E’ il rudere di una piccola barca a remi di legno. E’ inclinata su grandi blocchi di legno ed ha l’aspetto di una barca che e’ arrivata li spinta da una grande e furiosa onda dalle quali si era messa al riparo già da un eternità’. La sua colorazione e’ cosi vicino a quella del pavimento che sembra quasi mimetizzata. I muri principali espongono diverse altre opere, appese tra i supporti strutturali di cemento. Ognuno e’ unica e stimola il pensiero, ma e’ lo spazio intero’, guardato tutto insieme, che e’ più potente che ogni pezzo visto individualmente.
Io ho scelto la mia opera preferita. Mi ha fatto effetto, non la posso dimenticare. E’ un ritratto di Giampiero, grande come un poster. Nella fotografia in bianco e nero l’artista e’ seduto in una sedia con le sue mani appoggiate sulle sue gambe. Lui fissa direttamente la macchina fotografica, e quindi fissava me quando ero davanti al ritratto. Ci sono alcune parole scarabocchiate sulla foto come se lui avesse preso in mano un pennarello e avesse scritto le parole lui stesso. Dicono “Non ho Avuto il Tempo”.
Il tempo per cosa? Mi faceva diventare matta questo mistero. Direttamente di fronte il ritratto, un quattro metri più avanti, c’era una statua di marmo, la testa di un uomo su un piedistallo. Loro si guardavano l’un l’altro, allacciato insieme in una competizione di chi stacca lo sguardo per primo. Lo sguardo della statua era fisso, insistente, interrogativo. E sembrava che quelle parole scritte sulla foto fossero proprio la risposta a questo sguardo inquisitorio, che voleva sapere, che imponeva una risposta. Io penso forse la statua abbia chiesto Giampiero se lui abbia fatto qualcosa, ma Giampiero, con uno sguardo di sfida, ma anche con calma, ha detto “No, Non ho Avuto il Tempo”.
Non ho avuto il tempo. Io penso spesso a queste parole. Ho avuto il tempo io? Ho bisogno davvero di più tempo? Mi piacerebbe non avere il tempo per essere arrabbiata, per avere rimpianti, per avere paura. E non voglio avere tempo per soffermarmi a pensare al passato, per avere pensieri negativi, e per preoccuparmi dei pensieri degli altri. Queste cose mi terrebbero bloccata, ferma in un posto accumulando polvere, come fa la grigia barca a remi. dana kaplan dana kaplan dana kaplan dana kaplan dana kaplan dana kaplan dana kaplan dana kaplan
Ma il tempo mi serve. Devo avere il tempo per fare le cose che mi fanno felice, o che fanno felici le altre persone. Devo avere il tempo per realizzare i miei sogni, per imparare, ridere, accettare le sfide, amare, vivere. E di tempo c'è’ ne poco, ed io non voglio sciupare nemmeno un momento prezioso.
fine

1 comment:

Diana Strinati Baur said...

Beautiful post. I can so hear you. I don't know what else to say other than that.

Well, one other thing. I can imagine the space very well from your description.