Io non voglio tante per Natale...
C'e' solo una cosa di cui ho bisogno..
Non mi importa dei regali...
Sotto l'albero di Natale...
Tutto quello che voglio per Natale, sei tu... (e neve!)
Dana
RITRATTI ITALIANI... PORTRAITS OF ITALY. THESE ARE MY LITTLE STORIES AND THOUGHTS, WRITTEN IN BOTH ENGLISH AND ITALIAN, OF THE TIMES I'VE SPENT NELLA BELLA ITALIA.
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Ho realizzato che quando io viaggio ho la tendenza non vedere le cose importante, ma tutt'altre cose. Quello che voglio dire, e' che si, di tanto in tanto vado a vedere famosi siti turistici, ma mi accorgo di passare pochissimo tempo ad visitarli. Sono andata all'accademia per vedere il Davide, ma alla fine ho passato la maggior parte del mio tempo guardando le altre statue di Michelangelo, come gli schiavi. Non ho usato le gondole per visitare Venezia, ma ho fatto lunghe camminate sulle passerelle rialzate messe frettolosamente nelle calle inondate dall'acqua alta. E sebbene sia stata in Italia cinque volte, non ho ancora visto Roma.
fine
Ivan is a fisherman. His father and his grandfather were also fishermen. They have been catching trout, perch, and coregone in the cold waters of Lago Maggiore for more than 100 years. Ivan goes out onto the lake at night. Under a sky studded with stars he silently and solitarily collects the nets he has placed the evening before. At dawn the fish will be sold to the markets and restaurants near his home in Cannobio. When he is not working Ivan has another passion. He is writing a book that tells the story of the fishermen on the lake. To illustrate his book Ivan has collected old postcards with photographs of the lake from long ago. They show what life and fishing were like then, and in truth, how little they have changed. There are over 2000 postcards in his collection. The major part of these he has bought in flea markets, but nowadays one can find them more easily on the Internet. But Ivan doesn't have a computer.
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Per illustrare questo libro lui raccoglie cartoline vecchie con fotografie che mostrano come era la vita di un pescatore tanti anni fa, che, a dire la verita, non e' tanto cambiata. Ci sono piu di due mila cartoline nella sua collezione. La maggior parte sono state comperate nei mercatini ma in questi giorni le cartoline si trovano più facilmente su Internet. Ma Ivan non ha un computer.
fine
Written in August 2008.
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Una città moderna, più della maggior parte di quelle che ho visitato. Ha edifici giovani e strade larghe. Il mio percorso sinuoso, mi ha fatto arrivare vicino ad alcune famose destinazioni. Ho riconosciuto il Teatro alla Scala, dove mi sono fermata un momento a leggere la sua meravigliosa programazione teatrale per le prossime settimane. Da li ho camminato sotto la Galleria Vittorio Emanuele II, con il suo bellissimo soffitto in vetro ed acciaio. C’era un uomo davanti a me. Vestiva alla moda, portava un ombrello e parlava con il telefonino. Sicuramente era italiano. Senza conoscerlo è diventato il soggetto in primo piano della mia fotografia. Sbucata dall’alro lato della galleria mi sono trovata in Piazza del Duomo, il cuore della città. Mi sono fermata un attimo a riposare e controllare la mia mappa su di una panchina proprio sotto la statua di Vittorio Emanuele II. Decine di piccioni seguivano i fotografi tutto intorno alla piazza. Sembrava sapessero che molto presto avrebbero mangiato becchime dalle mani dei turisti in posa.
in una delle città più grandi del mondo.
Written in November 2007.
"Tanti anni fa", lui cominciò, "quando era una ragazza giovane, Giada abitava a Dogliani in Piemonte con i suoi genitori. La famiglia possedeva campi dove cresceva uva con la quale producevano vino rosso e bianco ma specialmente il dolcetto, il vino più famoso di Dogliani."
“Un giorno un straniero arrivo per visitarli. Era un'americano, importatore di vino, che cercava nuovo vino da vendere a ristoranti americani, e la famiglia lo aveva invitato per assaggiare i loro vini. A quello tempo Giada aveva dodici anni più o meno e come al solito era presente alla riunione. Vendere vino era l'affare principale della regione e naturalmente lei avrebbe fatto lo stesso un giorno.”
Bernardo si fermò un attimo per bere un sorso di vino. Il castello, le case e tutte le terre circostanti sono state di proprietà' della sua famiglia per cinquecento anni. Ci sentivamo onorati che qualche volta veniva nella casa che affittavamo per mangiare con noi e raccontarci delle storie. Con i suoi capelli argentati e la sua giacca di tweed aveva proprio l’aspetto del signore di campagna che era. "Allora," ha continuato, "l'importatore pensava che il dolcetto avesse un potenziale, ma avrebbe fatto alcuni cambiamenti. Per esempio, pensava che il vino sarebbe stato meglio metterlo in barrique, la classica botte di legno francese, per nove mese ad invecchiare." Bernardo fece un espressione di disapprovazione ma annuì con la testa mostrando il suo accordo con l’americano. Tutti sapevamo che agli italiani non piacciono i loro vino invecchiati in barrique
"Ma gli affari sono affari", gli sussurrammo noi, facendo attenzione a non fargli perdere l’emozione del discorso. " Il vino venne prodotto in quel modo, come aveva chiesto lui, e tre anni dopo, l’americano tornò in Italia per gustare i risultati del loro lavoro. Possiamo immaginare l’ ansia e la pressione che sentivano a quello tempo in attesa della sua opinione finale.Il vino era perfetto, pensò lui, e fecero l’accordo." Bernardo fece un’altra pausa per versare del vino nei nostri bicchieri. Teneva la bottiglia e ce la mostrava mentre parlava. "Questo nuovo dolcetto ha bisogno di un nome”, disse l’americano alla solita riunione, e, come al solito c'era anche Giada. Ma come il vino era maturato durante i tre anni, anche Giada era cresciuta. I suoi vestiti erano completamente neri. I suoi capelli , neri anch’essi si sarebbero confusi con i suoi vestiti se non avessero avuto dei riflessi viola intensi. Il suo viso era gentile, fresco , delicato e pallido. E le sue labbra….". Tutti stavamo aspettando la prossime parole di Bernardo, quel momento era meraviglioso. "Le sue stupende labbra erano dipinte con un rossetto rosso cupo che era esattamente lo stesso colore del vino, e si confondevano con lui quando lei lo assaporava."
Bernardo mise nostalgicamente la bottiglia sul tavolo. "Quello era tanti anni fa. Ma ancora oggi Labbra di Giada viene prodotto per il mercato americano. Giada e' una donna adesso, ed è sposata. Abita ancora vicino Dogliani e si, lavora ancora nel campo del vino. Di fatto potete vederla quando vi troverete a Dogliani, perché lei ha un negozio che vende tutti i vini della ragione." Qualcuno al tavolo gli chiese come avremmo potuto riconoscerla. "Vai nel negozio di vino a Dogliani", ci disse Bernardo, "guarda le labbra di tutte le donne, e credermi, la riconoscerai subito…."
The donkey knew that he was almost home. He followed his herder on a dirt path over the last hill. In front of him was the last wide meadow, and then the familiar stone walls of his barn. But what was this? In the normally empty meadow there were now two people. He was so excited for this change in his routine, and for these new faces, that he couldn't help himself, and so he left his master, and the dirt path, and he ran over to the people to say hello.
The donkey could smell food as he drew closer to the picnickers. This was even more exciting to him, and he ran faster. The two people were sitting on the ground, near a bench that had been built out of stone and logs. One of the people leaped up quickly and jumped behind the bench when he approached. But this didn't stop him. He was friendly, he wanted to play, and he wanted their food.
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L'asino sapeva che la sua casa era vicina. Seguiva il pastore sulla pista sterrata sopra l'ultima collina. Davanti a lui vedeva il suo largo prato e, più in la, il granaio di pietra dove dormiva ogni notte. Ma, che cosa era quello che stava vedendo? Nel prato, di solito vuoto, adesso c'erano due persone. L'asino era così eccitato per questo cambiamento nella sua routine e per queste facce nuove, che nulla poté fermarlo. Lasciò il pastore ed il sentiero, e corse in direzione delle persone per salutarle.
Io sono certa che questa storia e' vera, perché ero una delle persone nel prato quel giorno. L’asino aveva interrotto la nostra perfetta giornata di solitudine e di tranquillità'. Il mio amico Giuseppe ed io abbiamo fatto un'escursione a piedi all’ Alpe Campra, per godere un po' di esercizio, una bella vista, e fare una scampagnata. Poi, e' arrivato l'asino.
Alpe Campra e' nella parte più a nord del Piemonte, in Valle Vigezzo, a solo pochi chilometri dalla Svizzera. Nella valle ci sono villaggi incantevoli come Santa Maria Maggiore, Re, Coimo, e Druogno. E’ da quest’ultima che abbiamo cominciato la nostra ascensione. Il sentiero era segnalato chiaramente con segnali verniciati qui e la, sugli alberi, o sulle rocce, ma era ripido, tanti tornanti sulla montagna in una serie di mille scalini di pietra. Gli scalini erano la da secoli, non per i viaggiatori pigri come me, ma per le mucche e le capre che vanno su all’Alpe ogni primavera, e per rendere piu facile il loro ritorno giu ogni autunno quando fa troppo freddo e tutta l'erba e' stata brucata. Davvero gli scalini erano troppo grandi per me. Io facevo due o tre passi su ognuno di essi prima di fare il passo che mi avrebbe portato un poco piu in alto. Forse era un poco più facile di camminare direttamente su un pendio, ma comunque era molto faticoso.
L'asino sentì odore di cibo mentre si avvicinava ai due viaggiatori. Questo lo ha fatto correre più velocemente. Le due persone sedevano sul terreno vicino ad una panchina costruita in legno e pietra. Hanno visto l'asino avanzare verso di loro. Uno delle persone è balzata in piedi ed è saltata sopra la panchina nascondendosi dietro di questa. Questo non ha fatto fermare l'asino. Lui era amichevole, lui voleva giocare con loro, e per lo più, lui voleva il loro cibo.
Sono stata io a saltare dietro la panchina quando ho visto l'asino galoppare vicino. Finora, il giorno era stato perfetto. Il cielo era senza nuvole ed era di un azzurro brillante come non ho mai visto. L'aria era fresca e faceva caldo. Avevamo i nostri panini di salame e formaggio che avevamo comprato nella mattina a Druogno. Per l'acqua c'era un abbeveratoio vicino, una fontana che provvedeva a dare acqua pura della montagna per tutte gli abitanti dell’Alpe, sia persone che animali . Ogni tanto facevamo una pausa durante il nostro semplice pranzo. Ci appoggiavamo contro la panchina per sentire il calore del sole sulle nostre facce e per godere della incredibile vista. Ed adesso, all'improvviso, c'era un asino con noi.
Come un grande cucciolo lui era venuta da noi senza paura. Ha strofinato le nostre facce, ha gironzolato intorno, ha ragliato, ed ha praticamente elemosinato un pezzo del nostro pane. Noi non volevamo incoraggiarlo o rovinare la sua dieta, quindi abbiamo tenuto i nostri cibi ben nascosti. Finalmente l'asino capì che non avrebbe ricevuto niente da noi. Ma non ci lasciava, anche se il pastore e gli altri asini non si vedevano più. Alla fine abbiamo ripreso i nostri posti al sole. L'asino ha cominciato a masticare rumorosamente l'erba. Di tanto in tanto lui ci bloccava i raggi del sole e ci faceva arrivare dei piccoli spruzzi d’acqua . Alla fine, dopo qualche tempo, forse dopo aver sentito qualcosa che soltanto lui poteva sentire, si è girato ed e' corso via.
Eravamo ancora in due, soli nei prati dell’Alpe. Il giorno era stato assolutamente perfetto fino al momento in cui l'asino e' arrivato. Poi, è diventato ancora meglio.
fine
Written in June 2008. The photo is of the water trough at Alpe Campra, and an incredibly turquoise sky.
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Benvenuto a Camogli, una città capricciosa nel centro della Costa Ligure. Edifici da sei o sette piani , dipinti con colori pastello , delimitano il porto. Una volta, tanti anni fa, proteggevano la città da pirati ed invasori, ma oggigiorno, gli invasori sono solo i turisti, che vengono ad attaccare i negozi ed i ristoranti. Osserva da vicino questi edifici, e noterai, che come il gattino, tante finestre e tanti particolari, sono finti. I grandi blocchi di pietra che vedi, con cui le case sembrano costruite, in realtà' non esistono. Le cornici elaborate di legno, che sarebbe difficile da eseguire, sono lo stesso, solo vernice. Come lo è anche la candida biancheria stesa sul davanzale sempre gonfia di vento.
Camminando in un vicolo stretto ho accarezzato con la mano il muro stuccato. Il senso di profondità' e' incredibilmente reale, ma il muro sotto la mia mano era completamente liscio. Alla fine di questo vicolo c’è una piccola piazza dove si trovano appese due gigantesche padelle, ognuna ha un diametro da tre metri, e vengono usate ogni maggio per cucinare la più grande frittura di pesce del mondo. Un paese singolare, Camogli, dove le cose paticolari sono comuni e le cose irreali sono vere.
Stando seduta al sole ad un tavolo fuori da una focacceria, ho gustato i cibi famosi di questa regione . La focaccia che vendevano era piu grande di qualsiasi pizza che io abbia mai visto. Era servita calda con il formaggio fresco. La porta accanto a me non era vero, ma il sapore della focaccia, sicuramente , era vero', ed era squisito, perfetto.
fine
Written in August 2007.
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Written in February 2007. The photograph is of the wall inside the tunnel entrance to Juliet's balcony.